Colli Euganei

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Duomo di Santa Tecla

Duomo di Santa Tecla

Duomo di Santa Tecla

ll più antico luogo di culto di Este

Il duomo di Santa Tecla è la chiesa più importante di Este ed è anche il più antico luogo di culto cristiano della città. La sua fondazione risale probabilmente al IV-V secolo d.C., quando sui resti di un preesistente edificio pagano venne costruita la prima chiesa dedicata a Santa Tecla, vergine e martire originaria dell'Anatolia. Nel corso dei secoli l'edificio sacro ha subito vari interventi e ricostruzioni; l'attuale struttura è di impianto barocco e racchiude al suo interno un gran numero di opere d'arte tra cui due capolavori settecenteschi: la pala del Tiepolo e la composizione sculturea del Corradini.

La dislocazione del duomo nel quadrante occidentale del centro storico indica che nell'antichità il nucleo abitativo non coincideva con l'attuale centro urbano. Con ogni probabilità in questo punto sorgeva un tempio pagano, sui cui resti venne edificato il primo edificio di culto cristiano della città. Durante l'epoca medievale la costruzione fu progressivamente ingrandita e la chiesa arrivò ad avere cinque navate. Inoltre, fino alla fine del Cinquecento, mantenne l'orientamento canonico con l'abside rivolta verso oriente e l'ingresso ad occidente. Fu l'arciprete Francesco Antonio Fracanzani a deciderne l'inversione: durante i lavori di restauro effettuati tra il 1583 e il 1592, seguendo il progetto di Vincenzo Scamozzi, la facciata venne ricostruita verso il nuovo centro che si era creato attorno alle piazzette e alla Piazza Maggiore.

Un forte terremoto avvenuto nel 1688 danneggiò gravemente la chiesa abbaziale e per ragioni di sicurezza si rese necessaria la sua completa demolizione. L'opera di ricostruzione coinvolse tutta la cittadinanza, che si adoperò per sostenere l'ambizioso progetto promosso dall'arciprete Marco Marchetti d'accordo con la Magnifica Comunità. Per realizzare la nuova costruzione venne incaricato l'architetto veneziano Antonio Gaspari (1656-1723), collaboratore del Longhena, che progettò un'opera architettonica unica nel suo genere. La straordinarietà dell'impianto barocco è costituita dall'orientamento perfettamente convergente degli assi di tutte le cappelle e degli altari verso il centro della pianta elittica della navata. Il virtuosismo ottico è accentuato dal profondo presbiterio e dall'alta cupola centrale che dona grande luminosità alla chiesa. I lavori iniziati nel 1690 con la posa della prima pietra da parte del vescovo Gregorio Barbarigo, si protrassero fino al terzo decennio del '700 con opere di abbellimento che non portarono però all'esecuzione della facciata, la quale secondo il progetto del Gaspari doveva essere riccamente ricoperta di marmi e statue.

Le opere d'arte del duomo di Este

L'opera d'arte più illustre del duomo è la grande pala d'altare collocata nell'abside raffigurante “Santa Tecla che invoca la liberazione di Este dalla pestilenza” realizzata da Giovan Battista Tiepolo nel 1759. La tela di notevoli dimensioni (6,75x3,90 mt) è considerato il capolavoro tra i dipinti con soggetto sacro del famoso artista veneziano. La scena, dominata da un'intensa drammaticità, commemora il tragico flagello che sconvolse Este nel 1630 e che si risolse - secondo la devozione popolare - grazie all'intercessione di della santa patrona invocata dalla cittadinanza. Tiepolo, conosciuto per la sua predilezione per i colori luminosi e le scene ariose, sfrutta la rappresentazione dell'evento miracoloso per creare un potente contrasto tra le ombre delle figure in primo piano su cui aleggia la morte e la delicata luce che avvolge l'ambiente e rischiara il volto di Santa Tecla, verso il quale viene catalizzato lo sguardo dell'osservatore indicando il trionfo della fede. Straordinariamente accurato è lo sfondo in cui sono ritratti i principali monumenti di Este incorniciati dal profilo dei Colli Euganei.

Un'altra opera di grandissimo valore si trova a destra del presbiterio, nella cappella del Santissimo Sacramento. Si tratta del gruppo scultoreo raffigurante il “Trionfo dell'Eucarestia” del maestro veneziano Antonio Corradini (1688-1752). Realizzato in marmo di Carrara, comprende la mirabile ed emblematica statua della Fede velata, vero capolavoro di illusionismo scultoreo.

Nella cappella a sinistra del presbiterio è collocato un monumentale Crocifisso di inizio '600 scolpito in legno di cirmolo dall'artista feltrino Francesco Terilli. Il gruppo di statue in marmo di Carrara collocate ai suoi piedi, sono state scolpite circa un secolo dopo dal ticinese Bernardo Falconi e raffigurano “Maria Maddalena che abbraccia la croce e la Madonna sorretta da Maria Salome”.

Altre pregevoli opere d'arte sono custodite nelle tre Sagrestie poste sul lato sinistro della navata, che fungono anche da Quadreria del duomo raccogliendo circa 80 dipinti databili tra il Quattrocento e l'Ottocento. Diverse tele adornano anche l'attiguo Oratorio di San Valentino in cui sono conservate le presunte spoglie del famoso santo.

L'altare di Beata Beatrice d'Este

La seconda patrona della città è la coraggiosa principessa che all'inizio del Duecento lasciò la corte della sua potente famiglia per consacrarsi a Dio. Beatrice I d'Este (1191-1226) iniziò ad essere venerata subito dopo la sua morte prematura e il culto popolare proseguì con continuità per secoli. Una delle prove della sua santità è considerato il ritrovamento del suo corpo incorrotto, oggi esposto all'interno di un'urna di cristallo nel secondo altare a destra del duomo. L'altare a lei dedicato è sormontato da una grande pala ottocentesca che raffigura la “Beata Vergine, San Giovanni Battista e Beata Beatrice d'Este”, opera del pittore Michelangelo Grigoletti.

Ogni anno, in occasione della ricorrenza della morte avvenuta il giorno 10 maggio, vengono esposti gli oggetti e i paramenti appartenuti a Beata Beatrice, giunti incredibilmente intatti fino a giorni nostri grazie alle premurose cure di coloro che nei secoli li hanno custoditi.