Colli Euganei

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Villa Gussoni Verson

Villa Gussoni Verson

Villa Gussoni Verson

Luogo di ispirazione del famoso letterato Giuseppe Barbieri, chiamata anche “Il Tauriliano”

Villa Gussoni Verson si trova a Torreglia, nei pressi dell'antico borgo di Torreglia Alta. Si raggiunge salendo lungo le pendici del colle della Mira, seguendo via Carromatto che conduce verso la chiesa di San Sabino. La villa risale al '500 e fu costruita dalla famiglia Gussoni. Nei secoli successivi, passando attraverso vari proprietari, l'antica casa dominicale subisce diversi cambiamenti strutturali, fino ad ottenere l'aspetto attuale nei primi anni dell'Ottocento, quando l'abate Barbieri dopo aver acquistato l'edificio che ormai versava in stato di abbandono, decide di restaurarlo trasformandolo in una splendida villa veneta.

L'abate Giuseppe Barbieri (1774-1852) nasce a Bassano e si trasferisce in giovane età a Padova per intraprendere gli studi  nel seminario patavino, dove diventa l'allievo prediletto di Melchiorre Cesarotti, grande poeta e scrittore italiano. Ritiratosi presso l'Abbazia di Praglia, prende i voti religiosi e lavora per alcuni anni nell'archivio del prestigioso monastero. Quando nel 1810 il monastero viene soppresso a seguito dell'editto napoleonico, l'abate si rifugia nel piccolo borgo di Torreglia, dove acquista e ristruttura la villa. In questo luogo ameno fonte di grande ispirazione, compone la sua opera più famosa, le “Veglie Tauriliane”, un inno alla serena e maestosa serenità dei Colli Euganei.

A lui Torreglia deve in parte la fama raggiunta alla metà del XIX secolo, periodo in cui molti nobili e borghesi padovani scelgono questa località collinare come luogo di villeggiatura. Alla sua morte, seguendo le sue volontà, viene seppellito nel cimitero della chiesa di San Sabino, vicino all'amata villa. Successivamente la sua sepoltura è stata traslata all'interno della chiesa, dove tutt'ora si trova collocato il monumento funebre progettato da Pietro Selvatico, con un pregievole busto in marmo dell'abate realizzato dallo scultore padovano Pietro Ceccon (1833-1919).

Dopo la morte del Barbieri la villa passa ai suoi eredi, i quali trovandosi in ristrettezze economiche vendono tutto il mobilio e persino le decorazioni della ricca dimora, cancellando ogni traccia del raffinato gusto dell'abate. Vent'anni dopo, ormai in abbandono, la villa viene acquistata dalla famiglia Verson (tutt'ora proprietaria dell'immobile), che la restaura signorilmente conservandone intatte le struttura interna e le linee esteriori, preservando quel poco che resta del ricordo del poeta.


La villa sul lato meridionale si affaccia su un bel giardino all'italiana caratterizzato da due piccoli labirinti di bosso e da una pregevole collezione di rose inglesi. La facciata sovrastata dal timpano presenta un corpo centrale disposto su due piani, al quale si accede tramite una scalinata. La sala d'ingresso al piano rialzato è riccamente decorata da stucchi ed affreschi che raffigurano scene campestri e paesaggi romantici, secondo il gusto tipico della pittura di inizio '900. Il lato nord della villa si rivolge invece alla vallata: dall'ampia terrazza antistante la facciata settentrionale, si gode di un panorama mozzafiato sulla Val de Rio, su Luvigliano con la maestosa Villa Vescovi e sul poggio Mirabello, oltre il quale nelle giornate più limpide si scorge la catena montuosa alpina.

Attualmente la villa è visitabile su richiesta solo esternamente. Il grande parco racchiude alcuni alberi secolari e diversi vigneti, che si estendono su gran parte del versante settentrionale del colle della Mira. La passeggiata in questo luogo dominato dalla quiete e dal paesaggio collinare, è in grado di evocare ancora i dolci versi del poeta Barbieri: “...questa beata ubertà patavina, queste ramose e vegete piantagioni, questi solchi lussureggianti di cereali ricchezze, questa verdezza succosa e bruna di praterie, questa gravità, se mi è lecito dir così, dell'Euganea natura, ha un certo non so che di malinconico e d'eico, che mi muove profondamente”.